La perfezione del creato

Giovanni Pallanti

Donato Di Zio è un artista molto particolare. I suoi lavori, come ha scritto la senatrice Rita Levi-Montalcini, Premio Nobel per la medicina, ricordano in modo impressionante le cellule del corpo umano, del sangue, viste al microscopio.
L’eleganza e l’armonia delle incisioni e dei disegni di Donato Di Zio evocano la perfezione del creato.
Guardando con attenzione la sua produzione artistica – apparentemente astratta – si entra nel mistero dell’esistenza, in quella macchina perfetta dell’intero creato che è il corpo umano.
Per questa ragione l’opera di Donato Di Zio è eminentemente religiosa – l’arte ha fatto per molti secoli i conti con la fede. Soprattutto riproducendo nel XIII, XIV, XV e XVI secolo episodi della Bibbia o della vita di Cristo e dei santi.
La ricerca artistica di Di Zio esce da questa iconografia classica della rappresentazione della fede e miracolosamente entra in un laboratorio virtuale dove al posto del microscopio l’artista ricerca con la sua sensibilità l’essenza della natura e le parti più infinitesimali della creazione.
Ricerca, immagina e quindi scopre la fonte della figura e del reale (complessivo) che tutti possono vedere e toccare : il corpo umano.
Questa arte trattenuta dalla ragione, che plasma la forma di quelle che sembrano le parti più piccole della creazione, è sicuramente ancorata a una religiosità pudica e innocente che rende l’arte di Donato Di Zio misteriosa e reale allo stesso tempo: come la vita stessa.