Donato Di Zio: un’ artista in progress

Anna Maria Cirillo Di Paolo

Riguardo alla più recente produzione artistica di Donato Di Zio non possono che evidenziarsi nuove valenze ed aggiungersi nuove positive considerazioni.
Il suo percorso artistico, dopo importanti mostre di successo, è proseguito infatti nella attuale continuità di una nuova produzione imperniata sul costante evolversi del proprio personale idioma. Un linguaggio segnico vivo, nuovo e pressocchè unico, espressione e tensione ad un equilibrio supremo nell’indagine del potenziale infinito di una mutante esistenzialità genetica.
Questa, nelle sue varie complicanze psicologiche è tanto più indagata dall’artista quanto più sommersa e “captata” nell’ottica di una analisi che diviene scrittura.
Si potrebbe, già con cognizione, definire la sua arte “una lingua viva”, ossia un nuovo linguaggio da tramandare inalterato, atto a costituire, nella varietà dinamica dei suoi corpuscoli acquatici (cellule o spermatozoi che siano) un nuovo alfabeto aperto alla potenzialità cognitiva-introspettiva di una futura interessantissima corrente artistica finalizzata ad una nuova ricerca contemporanea di contesto internazionale.
Le masse fluttuanti in volute delle sue cellule vitali paiono votarsi in particolare a sempre più profondi ed allusivi percorsi che, disegnati con grande finezza, riescono a condurre l’occhio e l’ego in una sorta di viaggio astraente verso uno slittamento temporale; finalizzato questo a mutarsi in una indefinibile sensazione di atemporalità. Le curvature di tali volute sono fluenti, attraenti e inglobanti poiché ricche di transfert e di visive comunicazioni artistiche.
Può pertanto riconoscersi che quello di Donato Di Zio è anche un linguaggio denso di stile che prelude alla piacevolezza visiva di una composizione disposta in un contesto scenografico profondamente “immaginario”,ma che può poi divenire scoperta di una realtà. Anche il segno incisorio dell’artista è duttile ad una idea che guida all’introspezione, conducendo l’occhio a ripercorrere all’indietro le tracce per riafferrare il perduto.Quello celato tra le diramazioni di una psiche così copiosamente matrice di una identità incisoria che predilige l’acquaforte.
Il percorso della sua tecnica è similare alla pittura, egualmente ricco di sfaccettature ideative che pur espresse nella diversa realizzazione creano l’identico piacere visivo di tornare e ritornate più volte a rintracciarlo entro nuove angolature ottiche.
Talora è anche doloroso staccarsi da tanta ricca visibilità e perdersi tra i suoi segni-segnali mentre si è mentalmente attirati a rinunciare al coraggio di una consapevolezza per un transfert di appagante e immediata comunicazione d’immagine.
Di fronte a tale scelta ci si può facilmente trovare in un labirinto senza uscita, pur essendo il percorso già fatto una ricca scoperta che capta identità, messaggio, indagine e soprattutto impronta.
D’arte naturalmente, dimensione praticabile di un’emozione da poter rivivere in ogni opera di Donato Di Zio.